Continua il ciclo di incontri all’auditorium delle scuole di Issogne.
Venerdì 4 novembre spetta ad Andrea Désandré affrontare il tema Risorgimento e antirisorgimento nella Valle d’Aosta postunitaria (1860-1870).
Gli anni che separano la proclamazione del Regno dalla presa di Roma sono, in Valle come ovunque, anni politicamente effervescenti. Se per i liberali l’Unità è il coronamento di un sogno lungamente coltivato, per i cattolici è niente di meno che la piena realizzazione del programma di Orsini, il mazziniano salito sul patibolo nel 1858 per aver attentato alla vita di Napoleone III. Allo stesso modo, per gli uni Roma capitale è il compimento del Risorgimento nazionale, per gli altri l’esito di un complotto massonico da condannare a suon di scomuniche. Il decennio che ha questi due eventi come
estremi appare dunque lacerato da forti tensioni, divergenze ideologiche che nei momenti di crisi sanno però trovare sorprendenti convergenze. Partendo dall’arrivo dei primi professori presso il Collège italianizzato con il proposito di giungere alle reazioni locali alla Breccia di Porta Pia, Désandré cercherà di ripercorrerlo à vol d’oiseau soffermandosi qua e là su aspetti, fatti, curiosità e punti di vista inediti.
Andrea Désandré insegna negli istituti superiori della regione ed è da alcuni anni distaccato in qualità di ricercatore presso l’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta. Al tema delle élite dirigenti locali ha dedicato parte della propria tesi di laurea sull’Aosta in età napoleonica, da cui sono nati, nel 2004, Aosta dal 1773 al 1814 e, nel 2006, Le Municipalità nell’era francese. Nel 2008 è uscito con Notabili valdostani, ampio affresco della classe dirigente valdostana a cavallo fra XIX e XX secolo; l’estate scorsa ha visto la luce La Valle d’Aosta laica e liberale.
Antagonismo politico e anticlericalismo nell’età della Restaurazione (1814-1848), END edizioni. Il relatore è ora assorbito da un progetto di ricerca, di cui è coordinatore, concernente la Valle d’Aosta del secondo dopoguerra.